mercoledì 15 settembre 2010

Un libro un film - Il ghostwriter, di Robert Harris

Robert Harris, Il Ghostwriter, Mondadori 2010

È questa la domanda che faccio cento volte durante un'intervista. "Che cosa ha provato"? E quasi mai i miei clienti sono in grado di rispondere, per questo si sono rivolti a me, perché tiri fuori le loro memorie: tanto che al termine di ogni felice collaborazione io sono più loro di loro. È un fenomeno che mi piace, devo ammetterlo, mi piace la breve libertà di poter essere qualcun altro. Vi sembra raccapricciante? Aggiungo allora che è indispensabile una certa maestria: io non mi limito a estrarre dai miei clienti la loro vita ma do fisionamia a certe vite spesso invisibili, e a volte fornisco loro una vita che non si erano nemmeno resi conto di avere. Se non è arte questa...


Chi parla è il ghostwriter protagonista del libro di Robert Harris, incaricato di lavorare alle memorie di Adam Lang, ex primo ministro britannico, dopo che il precedente ghostwriter Michael McAra è morto in circostanze misteriose. E ogni capitolo del libro si apre con una citazione tratta da un manuale del ghostwriter: Ghostwriting, di Andrew Crofts.
Una per tutte: "Capita con una certa frequenza, se lo stai aiutando a scrivere le sue memorie o l'autobiografia, che il soggetto si sciolga in lacrime mentre ti racconta la sua storia... In circostanze del genere il tuo compito sarà quello di passargli i fazzolettini di carta, tacere e continuare a registrare".

Dello "scrittore fantasma" non sappiamo nemmeno il nome (almeno io non ricordo di averlo trovato nelle trecento pagine del romanzo); sappiamo però che - dopo tante biografie di personaggi più o meno importanti - stavolta rischia di trovarsi coinvolto in vicende più grandi di lui, che hanno a che fare con il clima post 11 settembre e con domande pesanti sugli strumenti più o meno leciti utilizzati da Lang per la guerra al terrorismo.

Il luogo super blindato dove Adam Lang, la moglie Ruth, la segretaria Amelia e il resto del loro entourage sono ospitati dall'editore Martin Rhinehart, disposto a pagare per quella biografia dieci milioni di dollari a condizione che arrivi in libreria al più presto e che non si risparmino colpi sulla guerra al terrorismo, è l'isola di Martha's Vineyard, in uno scenario invernale non privo di un suo algido fascino.

Grigio e bianco erano i colori dominanti: mare grigio, cielo bianco, grigie le tegole sui tetti, bianche le assi delle pareti, bianche le aste da bandiera spoglie, grigio-celeste e grigio-verde il colore del vecchio pontile sul quale se ne stavano appollaiati gabbiani grigio-bianchi... Perfino il sole... aveva il buon gusto di emettere una pallida luce bianca.

Questi colori si ritrovano anche nel film di Roman Polanski. In una atmosfera che sembra sospesa e fuori dal mondo, il ghostwriter deve, in poche settimane, ricavare dalla monumentale prima versione della biografia, scritta da McAra con grande precisione nella documentazione ma ben pochi spunti creativi appassionanti, un libro in grado di catturare l'attenzione del pubblico.

La tentazione del ghostwriter è buttare tutto e ricominciare da capo, perché il lavoro di McAra gli sembra solo un noiosissimo accumulo di cronache, documenti, rapporti. Nel corso della storia si capirà però che dentro quel libro si nasconde forse il mistero sia della morte di McAra che della controversa biografia di Lang.

Per questa versione cinematografica, sicuramente raffinata, è stato evocato anche il nome di Hitchcock. Peccato per il titolo tradotto, un po' fuorviante: non si tratta tanto di un uomo nell'ombra, ma di uno "scrittore-ombra".

http://www.mymovies.it/film/2010/luomonellombra/trailer/

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