martedì 13 luglio 2010

Un libro un film - Happy Family® di Alessandro Genovesi

La famiglia felice – anzi sono due – non è proprio così felice. Il capofamiglia Vincenzo scopre di avere il cancro; la moglie Anna, distratta da pensieri cupi e forse non più innamorata del marito, viene investita da una bicicletta, il cui proprietario finisce dritto all'ospedale; la figlia maggiore Caterina, pianista talentuosa, è ossessionata dalla paura di emanare un odore poco gradevole; il figlio piccolo Filippo – che ancora non sa di essere gay – vuole a tutti i costi convolare a giuste nozze con una coetanea quindicenne.

Ed è la fidanzata di Filippo, Marta, che ci introduce all'altra famiglia non proprio felice, i cui componenti non hanno nemmeno un nome: sono soltanto Mamma e Papà di Marta. La mamma di Marta è una quarantenne nevrotica e brontolona, sempre innervosita dalla superficialità del marito, che considera un imbecille, incallito fumatore di canne. Ci sono poi Gianni e Lucia, due cani invece molto felici, e nonna Anna, novantaduenne madre di Vincenzo, malata di Alzheimer, di certo smemorata, ma sicuramente non triste.

Ebbene, se questi sono i protagonisti della vicenda, il narratore è Ezio, trentenne nullafacente e misantropo, con la paura degli attacchi di panico e di tante altre cose, e l'aspirazione a scrivere un «romanzo di nicchia, che però venda. Anche non un cult. Basta che sia un bel libro». Vive grazie alle royalties dell'invenzione del padre, morto da sette anni: la pallina per detersivo da mettere direttamente nel cestello della lavatrice. E per questo fa seguire a tutti i nomi che indicano un prodotto la ® del marchio registrato: «non è scrittura creativa, è correttezza».

L'autore Ezio entra a far parte della vicenda narrata: è lui il ciclista che investe Anna, ed è sempre lui ad essere invitato alla cena in cui si incontrano le due famiglie per discutere dell'improbabile matrimonio tra i figli adolescenti, peraltro presto naufragato per il ripensamento di Marta, nel frattempo invaghitasi di uno di III C...

Ed è sempre qui, intrufolandosi nella storia dei suoi stessi personaggi, che Ezio conosce Caterina, se ne innamora e fa un figlio con lei, entrando, lupus in fabula, nel vivo della storia e nel cuore della famiglia.
In realtà Ezio è solo una delle voci del romanzo, visto che la parola viene presa alternativamente da tutti i protagonisti, che anzi, a tratti, si lamentano con l'autore di non avere abbastanza spazio nella storia o chiedono di essere meglio definiti come personaggi, o addirittura, in gruppo, reclamano che lo scrittore non metta fine al racconto, ma lo continui.

La lettura è gradevole, per niente faticosa, strappa più di un sorriso e affronta con grande brio e leggerezza temi attuali e difficili: le ossessioni, le paure, la solitudine. Il messaggio che veicola è chiaro e semplice: in compagnia i problemi si affrontano meglio che da soli. Così Ezio e Caterina superano insieme i disagi che li condizionavano quando erano single; allo stesso modo Vincenzo riesce a morire il più serenamentre possibile grazie ad un nuovo amico – il papà di Marta – e al ribaltamento della routine della vita. Insomma, Happy family® (Mondadori, 2010), pur senza tralasciare di abbozzare le difficoltà, le insofferenze, le delusioni derivate dalla vita in comune con gli altri, lascia intendere un vivo apprezzamento per il momento in cui «non si ha più voglia di stare da solo, di mangiare da solo, di vivere da solo».


Il film di Gabriele Salvatores (2010) rispetta fedelmente il libro, pur con la variante di Ezio sceneggiatore piuttosto che scrittore. La fotografia è curata in ogni particolare, a tratti un po' leziosa, felicemente accordata alla leggerezza che informa tutta la storia. Il rosso è il colore predominante, il cui uso restituisce un'armonia vagamente surreale alla visione, in una Milano accaldata e poetica.
Perfetto Fabio De Luigi nel ruolo di Ezio. Strepitoso Abatantuono che regala un Papà di Marta molto più caustico ed energico della versione letteraria.

venerdì 2 luglio 2010

Un libro un film - Un uomo solo, di Christopher Isherwood


Una giornata nella vita di George, un professore inglese di mezza età che vive in California, nel 1962. Una giornata fatta delle solite cose: il faticoso risveglio, la lezione al college, i vicini di casa apparentemente cordiali, in realtà sospettosi della sua diversità. Una giornata senza Jim, il suo compagno morto in un incidente stradale.
Un romanzo sulla perdita, sulla solitudine, sul bisogno di amore.
La signora Strunk, vicina di casa, prova ad esorcizzare l'innominabile che è in George leggendo libri di psicologia, che spieghino le ragioni profonde delle sue scelte affettive.
"Ma cara signora Strunk, dice George, quando ti racconta che Jim è il sostituto che mi sarei trovato per un figlio vero, un fratellino vero, un marito vero, una moglie vera, il tuo libro si sbaglia. Jim non sostituiva niente. E se permettete, un sostituto per Jim non esiste".
E poi c'è l'amica Charlotte, detta Charley, alle spalle una separazione dal marito e un figlio che non la considera. Charley fatica ad arrendersi all'idea che la loro amicizia non potrà diventare (o tornare ad essere) altro.
E infine c'è Kenny, lo studente della nuotata notturna. George sa esattamente che cosa vuole il ragazzo, ma non può essere lui a dirglielo, e Kenny non è pronto a scoprirlo da sé. Tuttavia l'incontro con Kenny aiuterà George a guardare avanti, a non rinunciare a cercare un altro Jim. "Abbasso il futuro, che se lo tengano Kenny e i ragazzi. Che Charley si tenga il passato. George si attacca solo all'adesso. E' adesso che deve trovare un altro Jim". A meno che...


Nel film tratto dal libro, A single man, di Tom Ford, Colin Firth interpreta George, mentre Julianne Moore è Charley, ed entrambi sono convincenti nel loro ruolo. La trascrizione è abbastanza fedele al libro, di cui a volte sono direttamente citati dei passaggi.
Alcuni particolari però sono diversi, come il rendere molto più espliciti i propositi autodistruttivi del protagonista, abbandonati poi dopo l'incontro con Kenny. Il film è infatti attraversato da una lunga serie di atti preparatori di una specie di suicidio anunciato: ritirati tutti i beni in banca, salutata affettuosamente la governante, scritte tutte le lettere d'addio, caricata la pistola custodita in un cassetto.
Quella pistola tornerà nel cassetto, ma...
Puntini puntini, sia nel libro che nel film, per non togliere a nessuno il piacere della lettura e della visione.