giovedì 27 ottobre 2011

Il salotto del martedì - verso "La vita autentica" di Vito Mancuso

Vito Mancuso, La vita autentica, Cortina 2009

Professore di Teologia moderna e contemporanea presso l'Università San Raffaele di Milano, autore del best seller L'anima e il suo destino (Cortina 2007), Vito Mancuso potrebbe sembrare un pensatore alla moda, reso ormai celebre da svariati passaggi televisivi e da violente stroncature da parte di testate cattoliche come “L'Osservatore Romano” e “Civiltà cattolica”.
Ma proviamo a leggere le sue pagine con animo sgombro da pregiudizi, e sentiremo una voce chiara che, con semplicità nutrita di letture bibliche e filosofiche, pone a tutti noi domande che ci interrogano nel profondo:c he cosa fa di un uomo un vero uomo? Cosa fa sì che la sua vita diventi autentica, cioè vera, buona, giusta? In che cosa consiste la libertà interiore?
Non sono questioni astratte, da addetti ai lavori. A ciascuno di noi è capitato di trattare ed essere trattato in modo non autentico, perché i rapporti umani sono spesso falsati da mascherature, falsità ed opportunismi. Spesso mentiamo agli altri perché non abbiamo il coraggio di dire la verità a noi stessi; soltanto liberandoci dalle nostre menzogne (dice Mancuso) potremo uscire dalla nostra finitezza e realizzare il nostro vero (e libero) sé interiore. “La vita autentica è all'insegna del viaggio, dell'uscita da sé verso la realtà... Per alcuni il viaggio verso l'autenticità sarà un esodo verso una patria, per altri solo un esodo senza patria, un'Odissea senza Itaca. Penso però che per tutti valgano le celebri parole dell'Ulisse dantesco, secondo le quali, alla luce della nostra essenza di uomini, la vita autentica è quella vissuta all'insegna del bene (virtute) e dell'amore per la verità (canoscenza)”.
Una lettura impegnativa, ma ricca di stimoli anche per il laico e il non filosofo che voglia affrontare la riflessione sui grandi temi dell'esistenza.
(a cura di Matilde Morotti)

giovedì 20 ottobre 2011

Leggere/Scrivere - Scrivere/Leggere - Corso di scrittura con Ugo Cornia

Parte il corso di scrittura "Leggere/Scrivere - Scrivere/Leggere", condotto dallo scrittore Ugo Cornia. I lavori del gruppo sono documentati nel blog http://www.comune.modena.it/biblioteche/leggerescrivere/.

Perché un corso di scrittura sul blog dei gruppi di lettura? Perché - come si capisce anche dal titolo scelto dal conduttore - leggere e scrivere sono due gesti strettamente connessi: non si scrive se non si legge. Così ogni incontro sarà costituito da una introduzione e da letture a cura di Ugo Cornia, da esercitazioni pratiche e poi dalla lettura collettiva dei testi dei partecipanti.

Il corso è a numero chiuso (minimo 15, massimo 25 iscritti). La quota di partecipazione è di 90 euro. I dieci incontri, a cadenza settimanale, si svolgeranno il martedì dalle 19 alle 21 nei giorni: 15, 22 e 29 novembre 2011; 6, 13 e 20 dicembre; 10, 17 e 24 gennaio 2012; 7 febbraio.

-Info ai numeri:

059 2032798/2931/2940

-Iscrizioni in biblioteca, al punto informativo di Sala Panaro, 1° piano, a partire dal 2 novembre



Leggere e scrivere, di Ugo Cornia

Tante volte, di pomeriggio quando è tardi, magari in quei periodi di luce calante come l’attuale che in un certo senso ti riempiono naturalmente di tristezza, allora uno non sa cosa fare ma sente che gli cresce dentro il magone e vorrebbe magari impiccarsi e inizia a chiedersi come trovare una corda e qualcosa su cui far passare la corda, ma la casa è moderna e senza travi, e lui magari invece di impiccarsi si mette a scrivere qualcosa; oppure meditava di trovare una pistola, sempre per spararsi un colpo in testa e farla finita, ma una pistola non ce l’ha e non frequenta abitualmente gente della mala per procurarsela, quindi non sa come fare quando un bel momento gli viene in mente che suo nonno era cacciatore e possedeva una doppietta, va in solaio a cercare questa doppietta e sposta tutto ma non trova la doppietta, allora telefona a sua zia per sapere che fine ha fatto la doppietta del nonno, e sua zia gli dice “nessuno aveva il porto d’armi, nessuno andava più a caccia, non sapevamo cosa farcene della doppietta, l’abbiamo regalata. Perché, a che cosa ti serviva la doppietta?”. Lui però a quel punto non dice a sua zia “mi serviva perché volevo spararmi un colpo, ma le dice che di colpo gli era venuta in mente la doppietta e voleva sapere che fine aveva fatto. E però dopo si mette a scrivere una invettiva segreta contro la zia e la madre che hanno regalato questa doppietta in un modo che secondo lui è stato troppo leggero, come se possedere una doppietta fosse completamente inutile. Soltanto che scrivendo l’invettiva poi gli vengono in mente tanti altri rancori e diverbi che inizia a scrivere un romanzo e va a finire che non si spara più. Anzi, quando legge le prime pagine della sua invettiva, dove c’è sempre il problema che non potrà usare la doppietta per spararsi, il problema di spararsi gli sembra ormai superato. Questi casi di cui abbiamo parlato sopra illustrano benissimo che la scrittura, come del resto la lettura, per esempio la lettura dei filosofi stoici, hanno spesso un grande potere curativo, sono arti terapeutiche. Per di più spesso possono anche essere divertenti, così il tempo vola. Poi per di più ancora possono anche essere noiose, e se sono noiose sarebbe addirittura meglio così le giornate non finiscono mai, cioè durano di più, e a uno gli sembra di vivere cent’anni e magari ne vive solo sessanta.

venerdì 7 ottobre 2011

Il salotto del martedì - 4 ottobre 2011 - Libertà, di Jonathan Franzen






Un’altra famiglia al centro delle storie e delle analisi psicologiche di Jonathan Franzen, la famiglia Berglund, a partire dalle sue radici familiari, personali, strettamente autobiografiche, per continuare nelle ramificazioni relazionali con gli amici d’infanzia, del college e della vita matura.
Patty e Walter si trovano a vivere una fase di crisi dopo che i figli hanno lasciato la casa: Jessica vive lontana per frequentare l’Università, Joey, ancora molto giovane, ha lasciato la famiglia con un gesto di ribellione e di grave rifiuto, andando a vivere coi vicini di casa, per stare vicino a Connie, la ragazzina alla quale è molto legato. Patty, che nei confronti di Joey ha mostrato un amore preferenziale, soffre questo distacco come uno sfregio, un lutto così profondo che la porta alla depressione e alla dipendenza dall’alcol. I due genitori colti, benestanti, progressisti faticano non poco a gestire questi cambiamenti: dai loro comportamenti educativi si aspettavano altri risultati! Tutto ora è rimesso in gioco, Patty dubita di aver scelto Walter per vero amore, e finisce per tradirlo con Richard, musicista rock, amico del marito: questo rapporto è vissuto con sensi di colpa, con passione, ma senza una vera libertà. Walter, incapace di stare accanto a Patty, così cambiata e distaccata, si dedica completamente alla difesa dell’ambiente, utilizzando l’azione un po’ compromettente di una fondazione miliardaria che da una parte mira allo sfruttamento delle risorse energetiche e dall’altra si applica alla salvezza di specie protette di uccelli o alla lotta contro l’aumento eccessivo della popolazione della Terra.
Joey marca la sua differenziazione dalla famiglia, cercando il successo e il danaro: la sua scelta lo porta a contatto con l’America degli affari della guerra in Iraq, con l’America che costruisce verità ai propri fini per mantenere il potere politico e soprattutto economico.
Dopo aver condotto le loro vite per vie diverse, spesso dolorose e cariche di grandi ripensamenti, i due genitori si ritrovano e si ricostruisce anche un dialogo con i figli su nuove basi.
Uomini, donne, ragazzi, vecchi che cambiano, si trasformano, cercando se stessi nel corpo vivo della società americana, tra gli anni ottanta e gli anni 2000. Una società prima in ascesa fiduciosa, talora un po’ credula e poi spaurita, arrabbiata, spesso rabbiosamente individualista.
L’America della Libertà, della Verità, della superiorità morale, della crescita senza limiti vacilla: chi siamo? dove è andata a finire la nostra innocenza? la nostra superiorità morale? apparteniamo a un paese diviso all’interno delle famiglie, tra sobborghi e metropoli, tra vicini di casa, tra passato e futuro?
Una storia familiare e di maturazione personale come tante altre, ma anche dell’America messa alla prova dall’autoanalisi di donne e di uomini della classe media, che si interrogano sul loro ruolo di genitori e di parte cospicua della società, nel momento in cui le comunità locali diventano sempre più portatrici di interessi individuali meramente egoistici.
A questo punto si deve riconoscere che la narrazione di Franzen fa la differenza per la forte attenzione a ogni sviluppo psicologico ed emotivo: una vera e propria sapienza analitica applicata alle condizioni dei suoi personaggi.
La narrazione ha due parti essenziali, incentrate nell’analisi che la protagonista fa dell’autobiografia (redatta su consiglio del suo terapeuta): nella prima vengono ricostruite, con un'autoanalisi minuziosa, e si potrebbe dire di liberazione, talora quasi ironica, le relazioni di Patty con la madre, con il padre e le sorelle, il rapporto di dedizione con l’amica ossessiva, la competitività ingarbugliata sul campo da gioco della pallacanestro, le scelte di madre e di moglie; nella seconda parte, che viene presentata come “Una specie di epistola di Patty Berglund per il lettore”, c’è il racconto della costruzione faticosa, ma positiva di una biografia autonoma della protagonista, che accetta la solitudine per ricercare i legami con la famiglia d’origine, con i propri bisogni e la propria vocazione.
Altri capitoli essenziali sono dedicati a Walter; viene ricostruita la sua origine: una famiglia svedese immigrata all’inizio del ventesimo secolo in cerca di libertà, benessere e indipendenza, con caratteristiche peculiari di rabbia, dissenso, isolamento. Walter però coltiva la sua differenza nel senso di responsabilità: responsabilità verso la famiglia, l’ambiente, l’amicizia. Il suo lutto sta proprio nel dover accettare che ogni buona strada comporta dei compromessi. In questi capitoli viene a galla la passione ecologista dell’autore, la sua esperienza di osservatore della natura, l’analisi piuttosto pessimista dei rapporti tra capitale, politica e ambiente.
Al centro del romanzo fa da motore il rapporto dialettico depressione/libertà; la depressione appartiene all’uomo e alla società quando entrano nel cammino della consapevolezza e dell’indipendenza. Depressione, perché non si è più certi di sé, di quanto è stato costruito dalle generazioni passate, perché si avverte il cemento franante delle relazioni personali, la ragnatela delle bugie, delle falsità del potere. La trama delle storie individuali e delle famiglie mostra la faticosa ricerca di altre basi fondative per un patto che favorisca legami più liberi nelle famiglie, nelle piccole comunità, nella Nazione, tra cittadini e Stato.
Cosa chiedevano all’America le famiglie d’origine emigrate dall’Europa? Spazi “selvaggi” di libertà dove costruire, nel rischio e nella responsabilità, comunità ed individualità originali, nutrite dell’orgoglio e della certezza di essere unici. I loro eredi, la nuova classe media, inquieta e rabbiosa, amaramente riconoscono che i padri, le classi dirigenti e il potere economico non sono esenti da macchie, che l’America della natura libera e selvaggia è ridotta, da una parte a riserve naturali di libertà condizionata per uomini e animali, e dall’altra a sobborghi ordinati e lindi, dove scopri che il tuo vicino ti odia, ti disprezza e diffida di te; che le donne ancora competono facendo i conti con devastanti sensi di colpa.
Alla libertà dei grandi spazi si sono sostituite le metropoli, dove si può ritrovare l’accettazione delle diversità, dove confluiscono ancora una volta uomini e donne da ogni parte del mondo, sperando nella libertà di esprimersi e di giocare le proprie caratteristiche di originalità.
In un saggio del 1996, Franzen ha scritto che lo scrittore di romanzi si carica di tutto il dolore dei personaggi che rappresentano la società intera; anche in Libertà l’autore vuole dare un quadro corale della società americana (in particolare della costa orientale) carica di tensione, poco riconoscibile nelle nuove generazioni, consapevole del declino politico, morale ed economico. Alla base della scrittura di Franzen c’è il problema di preservare l’individualità e la complessità in mezzo al frastuono, alla durezza, alla violenza dei tempi, alle distrazioni della cultura di massa.
Il suo messaggio finale tuttavia esprime mitezza e gentile fiducia nella possibilità di reggere la verità, di ricominciare a parlarsi, di offrire e saper accettare gesti gratuiti di vicinanza. Fiducia, infine, nell’istinto così come si può osservare nel miracolo di un uccellino che infine ce la fa a riprodursi.
Quando la depressione riesce a mantenersi su un fondamento di responsabilità verso di sé, verso la famiglia, la società e l’ambiente, riconduce gli uni agli altri e libera dalla violenza della rabbia .
(a cura di Luisa Magnani)

giovedì 6 ottobre 2011

Uomo e donna li creò




Parte il gruppo di lettura della biblioteca Delfini condotto da Elena Bellei. Filo conduttore il rapporto uomo-donna. Il gruppo si incontrerà il sabato mattina dalle 10 alle 12, a partire da sabato 12 novembre, in sala conferenze. Nella colonna di destra, troverete il calendario degli incontri e la presentazione del percorso a cura di Elena Bellei.

Ci si può iscrivere dal 12 ottobre, telefonando ai numeri:

059 2032978 / 059 2032931 / 059 2032940

martedì 4 ottobre 2011

Il salotto del martedì - Verso "Libertà" di Jonathan Franzen

Si riparte con i gruppi di lettura (e non solo...) della stagione 2011-2012.

Parte per primo il gruppo di lettura "Il salotto del martedì", organizzato e gestito dall'Università per la libera età Natalia Ginzburg. Per leggere la presentazione del percorso 2011-2012, cliccate nella barra a fianco su "Salotto del martedì". Sempre nella colonna a fianco, il calendario degli incontri.
A breve saranno pubblicate anche le informazioni sul nuovo gruppo di lettura condotto da Elena Bellei, "Uomo e donna li creò" e sul nuovo corso di scrittura "Leggere/Scrivere - Scrivere/Leggere", condotto da Ugo Cornia.


Il gruppo "Il salotto del martedì" ha letto durante l'estate il libro di Jonathan Franzen Libertà, e dedicherà quindi il primo incontro a scambiarsi impressioni e opinioni su questo libro, che Matilde Morotti, una delle due conduttrici, introduce così:
Chi conosce Le correzioni, sa che uno dei temi preferiti di Jonathan Franzen è la “vera famiglia americana”, quella in cui i genitori cercano di tirare su i figli in modo perfetto e naturalmente falliscono. Anche in Libertà (il romanzo che il presidente Obama ha deciso di leggere durante le vacanze) c'è una famiglia apparentemente esemplare, con il padre e la madre che restaurano con grande impegno una villetta vittoriana e si prodigano nell'educazione dei due figli; amatissimo e fonte d'orgoglio per la madre soprattutto il figlio maschio, il biondo Joey.
Passa il tempo e si scopre che Joey ha spezzato il cuore della mamma andando a vivere con gli odiati volgarissimi vicini; d'altra parte la madre sprofonda nelle depressione anche a causa del fallimento del suo matrimonio: ha sposato infatti il “bravo ragazzo” Walter, pur essendo da sempre innamorata dell'amico di lui, la rockstar Richard.
Una storia di famiglia, quindi, i cui temi sono l'amore, il matrimonio, l'educazione dei figli.
Ma Franzen è uno scrittore fluviale, e le 622 pagine costituiscono un vasto affresco che ambisce a darci un quadro esauriente della società americana di fine-inizio millennio, dall'era dei figli dei fiori all'11 settembre. Oltre alla famiglia,un altro argomento-cardine è l'ecologia, dato che il protagonista maschile, Walter, è un ambientalista convinto e decide (sia pure in modo un po' contraddittorio) di salvare la “dendroica cerulea”, un uccellino americano in via d'estinzione. Purtroppo, per raggiungere lo scopo, fa un patto col diavolo, cioè con la grande compagnia che , in cambio della salvezza dell'uccellino, decide di sfrattare duecento abitanti per scavare la cima di alcune montagne del West Virginia.
Insomma un romanzo di vasto respiro, ricco di personaggi ed argomenti, che mette in luce le tortuosità, gli errori e i compromessi attraverso cui si snoda la vita di tutti.