martedì 17 novembre 2009

Un libro un film - Primo incontro del GdL. Revolutionary Road


Giovedì 29 ottobre, per la prima volta, si riunisce il Gdl della Biblioteca Delfini.
Dopo thé, pasticcini e presentazioni di rito, il GdL - tutto al femminile – entra nel vivo dell'incontro: Revolutionary Road, il libro di Richard Yates, la cui trasposizione cinematografica è piuttosto recente.

Breve resoconto della discussione
Il primo stimolo proposto da Elena Bellei è rintracciare il tema dominante del libro e le risposte sono le più varie: storia di illusione e delusione; storia d'amore; di sogno e inganno; di coppia; dei ruoli sociali, intesi come gabbie da cui è impossibile scappare; storia di una partenza sbagliata; commedia umana ambientata negli anni Cinquanta.

Di certo, tutte le partecipanti hanno le idee piuttosto chiare: alla maggioranza il libro piace molto, pur escludendo ogni immedesimazione coi personaggi, ma anzi allontanandosi dalle loro istanze; per poche, invece, il giudizio è piuttosto duro, fino a considerare il libro deludente e di un realismo fine a se stesso.

Parliamo dei personaggi: 'foresta pietrificata', figure 'poco strutturate', incapaci di muoversi in un mondo borghese sempre uguale a se stesso ma che, paradossalmente, vivono in una strada chiamata 'Revolutionary road'. Il loro immobilismo è forse una delle chiavi di lettura del romanzo, in cui i ruoli sociali fissi, come quello di madre e moglie per April, impediscono ogni possibile fuoriuscita o cambiamento di prospettiva. Personaggi irrisolti, con poca interiorità, che non si conoscono nel profondo e privi degli strumenti - razionali, ma soprattutto emotivi - per uscire dal loro mondo-gabbia. Sono prigionieri della loro storia familiare: April per esempio non è stata amata e non può amare. Eppure proprio lei, che non è in grado di prendersi cura di nulla e nessuno, nemmeno delle piante del giardino, è però in grado di smuovere le energie altrui, come quando informa i vicini della partenza per Parigi.

Il vuoto sembra essere uno dei protagonisti del romanzo. Se non si agisce, nell'ambiente e sull'ambiente, si è condannati a soccombere: il cambiamento - sottolineano alcune partecipanti -, non può avvenire cambiando luogo e scenografia, ma solo cambiando se stessi. April, arrivando a scoprire la sua solitudine, diviene un personaggio tragico, una femminista fallita e sola, senza veri legami, senza un gruppo, sperduta in un mondo che ad alcune ricorda i quadri di Hopper. Frank è invece l'apoteosi della falsità: è un uomo costruito, nella camminata, nello sguardo, nell'approccio alla gente.

Tra i personaggi - talora odiosi, talora di una fragilità spiazzante -, conveniamo sul ruolo fondamentale di John, il matto, il diverso, eppure così lucido e caustico nell'analisi della vita dei Wheeler in particolare e della situazione umana in generale. Sembra essere una figura chiave, portatrice di verità e primo motore della scelta, in fin dei conti suicida, di April. John, forse il solo ad essere in ascolto della sua interiorità, è matto ma lucido, mentre April e Frank, socialmente ritenuti 'sani', cercano di stordirsi e perdersi nell'alcool.

Le gabbie dei ruoli sociali tornano anche nei momenti che dovrebbero essere più liberi da stereotipi comportamentali, come gli incontri con gli amici, immancabilmente innaffiati di Martini. Anche le case, spesso descritte nel romanzo, sono intese come status symbol, come gusci protettivi, ma allo stesso tempo come gabbie.

Ci chiediamo, poi, se la storia rappresentata appartenga ad un'epoca precisa o sia piuttosto senza tempo e senza luogo. Per alcune la storia è tipicamente americana e figlia di un ben determinato periodo storico. Per altre la vicenda, ancora così attuale dopo 40 anni dalla pubblicazione del romanzo, sembra invece 'universale' ed emblematica del fallimento del modello tradizionale di matrimonio e di famiglia.

Anche i nomi dei protagonisti offrono un felice spunto di lettura: April è una coscienza tormentata, proprio come il mese di Aprile; Milly, la vicina di casa, è 'molliccia', 'smidollata'; in contrasto alla sua natura fittizia, Frank è 'franco', 'trasparente'.

Alcune fanno degli accostamenti con altre opere ed altri autori: si è notato come Yates si sia ispirato a Flaubert, e April sia una trasposizione di Madame Bovary. Anche T.S. Eliot viene chiamato in causa, come possibile autore di contatto con Yates.

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