giovedì 13 gennaio 2011

Il salotto del martedì - 11 gennaio 2011 - Chesil Beach, di Ian McEwan


Il romanzo di McEwan si presta a diverse letture e a differenti punti di vista. È il ritratto di una società inglese “ingessata”, post-vittoriana e borghese nell’educazione e negli ideali. È la difficoltà di un rapporto tra un giovane uomo ed una giovane donna che, amandosi, vogliono trovare un modo per capirsi anche sul piano fisico e non ci riusciranno. È, infine, il “racconto del poi”, di quello che è accaduto in seguito nella vita dei due protagonisti, di come hanno reagito alla separazione.
I due giovani si avvicinano alla prima notte di nozze con il bagaglio della loro vita familiare alle spalle: due madri in diverso modo assenti, due padri importanti, con cui c’è un rapporto di empatia, ma anche di “non detto”, nessuna esperienza sessuale, se non quella di confidenze con gli amici o letture.
Nel momento della difficoltà nascono equivoci, si chiudono nel loro orgoglio e nelle offese reciproche . Non hanno le “parole per dire” le loro paure, i loro bisogni. Vincerà la vergogna, la rabbia per l’umiliazione reciproca; ognuno andrà per la sua strada.
Quale dei due si realizzerà al meglio? Non è chiaro da quello che racconta l’autore. Sembrerebbe che la ragazza abbia raggiunto un obiettivo più definito, di maggiore riuscita sociale, quello che desiderava da sempre, ma il fatto che cerchi ancora “lui” tra il pubblico ci dice forse di un rammarico e di una affettività non risolta. Il ragazzo si è disperso in attività ed esperienze lontane da quello che sognava, prova rimpianto per non aver richiamato la ragazza, ha comunque capito che con l’esperienza che ha maturato negli anni avrebbe agito in altro modo.
Pur essendo ambientato nel 1962, prima della “rottura degli schemi”che avrebbe portato il ’68, il libro risulta attuale nella sua tematica; vi si possono trovare riflessioni sulla differenza uomo-donna, sulle differenze di classe sociale, sulla difficoltà del dialogo.
Lo scrittore è abile nella descrizione precisa dei movimenti e dei pensieri dei due giovani nella notte di nozze, anche se pare talora osservarli con sguardo da entomologo, da scienziato, con un certo distacco: qualcuno ha visto in questo un “non amore” per i personaggi, quasi una cattiveria-crudeltà, altri invece un atteggiamento logico-passionale, qualcuno ha osservato che la descrizione dettagliata dei movimenti dei due protagonisti è funzionale ad esprimere il loro imbarazzo.
È un libro sottile e profondo, che tratteggia un fallimento matrimoniale, segnato dal non riuscire ad esprimere paure, bisogni, emozioni nel momento dell’incontro.
Rimane l’interrogativo sul perché l’autore sceglie questa situazione e su quali risposte suggerisce attraverso la vita successiva dei due personaggi.
[sintesi incontro del Gruppo di lettura, a cura di Edda Reggiani]

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