lunedì 3 gennaio 2011

Il salotto del martedì - verso "Chesil Beach", di Ian McEwan


Di chi è la colpa quando un amore finisce, un progetto di vita bruscamente s'interrompe e due giovani imboccano strade diverse per non rivedersi mai più?
Se la vicenda si svolge nel 1962, la risposta è facile: quei due ragazzi erano ancora invischiati nelle pastoie di condizionamenti socio-culturali che ben presto sarebbero stati spazzati via dal vento della liberazione sessuale.
Ian McEwan ("L'inventore di sogni", "Bambini nel tempo", "Espiazione") ci porta nel cuore di una notte nuziale dall'esito fallimentare: due giovani sposi hanno scelto per la loro luna di miele un hotel che si affaccia su Chesil Beach, una rinomata località turistica inglese. Tutto è dolcemente convenzionale, ma attorno ai due s'addensano, col crescere dell'oscurità, le ombre del non detto, del non confessato, del rimosso. Sull'intesa degli sposi pesano i famosi condizionamenti, molta ignoranza e reciproca vergogna e, soprattutto su di lei, una paura del sesso che forse viene da remote cicatrici dell'infanzia. Non basta una cerimonia nuziale a garantire l'ingresso definitivo nell'età adulta e spesso innocenza fa rima con crudeltà. Così la bella favola si trasforma in incubo, sotto la lente della minuziosa e sapientissima scrittura di McEwan.
Si esce da questa storia con un acuto senso di rimpianto: “Amore e pazienza - ah, se solo non se li fosse scoperti in tempi diversi - li avrebbero di certo aiutati a superare ogni cosa”.
(a cura di Matilde Morotti)

Nessun commento:

Posta un commento