giovedì 24 maggio 2012

Il salotto del martedì - 15 maggio 2012 - Il birraio di Preston

Andrea Camilleri, Il birraio di Preston, Sellerio

Camilleri è piaciuto a tutti, anche a chi non conosceva lo scrittore e lo riteneva solo un fortunato autore di libri d'intrattenimento. Certo, qualcuno sente la mancanza di Montalbano; però che ricchezza d'invenzione, che coralità in questo affresco siciliano fine '800.

I personaggi sono scarsamente caratterizzati, ma godibili come figurine di un'opera buffa. Buffa sì, ma venata di tragicità, perché ciò che sta dietro a questa commedia scintillante è la rappresentazione, purtroppo sempre attuale, dell'intreccio tipicamente italiano tra mafia e potere. Tra le righe leggiamo che la farsa ambientata intorno al 1870 adombra una realtà quanto mai attuale: violenza, terrorismo, omertà, legami tra politici e mafiosi. Tutto, come sempre, nascosto e negato, come dimostra l'ultimo capitolo, in cui la “realtà ufficiale” camuffa per sempre la verità, coprendola con una versione addomesticata dei fatti.

Molto particolare è sembrata la costruzione della storia, che mescola e confonde i piani temporali; questo ha disorientato qualche lettore, mentre per alcuni è stato uno stimolo a rileggere, per comprendere meglio i vari passaggi. La struttura è curata nei minimi particolari, dalla circolarità della vicenda che inizia e finisce col personaggio di Gerd, all'espediente di identificare, nell'indice, ogni capitolo con l'“incipit” di un romanzo famoso. Anche il particolare impasto linguistico non è sembrato una difficoltà insuperabile: dopo un po', ci si abitua e si riesce a capire “a senso” anche qualche espressione tipicamente siciliana, godendosi la mescolanza dei diversi dialetti come una metafora in più.

In conclusione, una lettura piacevole e stimolante, anche se non sempre facile ed immediata.

Matilde Morotti

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