venerdì 18 maggio 2012

Uomo e donna li creò - 12 maggio 2012 - Nemico, amico, amante...

I personaggi che popolano i nove racconti di Nemico, amico, amante... sono descritti con distacco quasi cinematografico, quando tradizionalmente ci si aspetta che da vicende " forti" emergano emozioni intense e passioni profonde. Bisogna quindi imputare ad Alice Munro un atteggiamento colpevolmente freddo, o d'altra parte lodarla per essere sfuggita a un coinvolgimento prevedibile e poco originale?

Sarebbe tuttavia un errore superficiale confondere un'emozione inespressa con un'emozione inesistente: per quanto lo stile "scientifico" di ascolto-registrazione-racconto estrometta il pathos dalla narrazione, ciò non implica in alcun modo che i sentimenti non esibiti non siano vissuti. Si potrebbe anzi sostenere che una scrittura come quella di Munro sia possibile soltanto a condizione che tutte le passioni siano state metabolizzate, e questa sorta di catarsi potrebbe addirittura essere vista come un sintomo di maggiore profondità rispetto al più tradizionale approccio "emotivo ".

Il libro di Munro potrebbe inoltre essere inquadrato in una prospettiva nord-americana, all'interno della quale le disgrazie vengono accettate senza disperazione e viene evitata, per quanto possibile, ogni forma di cerimoniosità. Un'analisi di questo tipo oltrepasserebbe però gli scopi di Nemico, amico, amante..., che si limita ad essere un esempio ben riuscito, per quanto atipico, di letteratura sulla differenza di genere.

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