
Francesca Melandri, Eva dorme, Mondadori 2010
Un pacchetto postale rispedito al mittente, una madre nubile in tempi difficili, una terra di frontiera divenuta italiana quasi per sbaglio. E un viaggio in treno lungo 1397 chilometri, dalle valli dell'Alto Adige fino al mare di Calabria, per ricomporre i tasselli di una vicenda interrotta al confine tra piccola e grande storia.
Donna moderna e insonne che fa un mestiere moderno, l'organizzatrice di eventi, l'io narrante Eva – ma la vera protagonista è sua madre, Gerda - scende al Sud per accomiatarsi dall'uomo che avrebbe voluto per padre (“solo una volta nella vita mia madre è stata certa dell'amore per un uomo, e io di quello di un padre, mentre tutti gli altri sono passati come acquazzoni estivi: ci hanno infangato le scarpe, ma lasciato i prati secchi”).
Eva dorme, è un romanzo che cattura, ampio e avvolgente, una storia al tempo stesso intima e politica in cui i personaggi reali – da Silvius Magnago ad Alexander Langer – 'dialogano' con quelli di finzione.
Sceneggiatrice di successo al suo esordio nella narrativa, l'autrice ha vissuto a lungo in Alto Adige e sa restituirne tutta l'ambivalenza: storica innanzitutto, recuperando alla nostra memoria di turisti distratti episodi salienti o dimenticati – l'italianizzazione forzata sotto il fascismo, lo sradicamento culturale, il terrorismo degli anni '60 – ma anche linguistica e sentimentale, nelle tante parole in tedesco e nel richiamo dolente all'Heimat che percorrono l'intero libro.
Cinzia Pollicelli
(Francesca Melandri incontra i lettori alla Biblioteca Delfini di Modena giovedì 14 luglio alle 18,30, all'interno del ciclo Di genere gentile. Donne che parlano di donne).
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