martedì 26 marzo 2013
Sotto lo stesso tetto - 16 marzo - La lingua salvata, Elias Canetti
La lingua salvata è il primo dei
tre libri di memorie di Elias Canetti, in cui questo celebre scrittore, insignito del premio Nobel nel 1981,
ripercorre la storia della propria infanzia e adolescenza dalla nativa
Rustschuk in Bulgaria, attraverso Manchester e Vienna fino a Zurigo. Una
giovinezza segnata da frequenti
spostamenti, dall’apprendimento delle lingue e culture diverse nei luoghi di
nuovo insediamento, ma anche e soprattutto dalla morte prematura del padre che creerà
nuovi equilibri nelle relazioni familiari mettendo al centro il rapporto di
Elias con la madre. In queste pagine di straordinaria immediatezza e ricchezza
letteraria, peraltro magistralmente tradotte dal tedesco da Amina Pandolfi e
Renata Colorni, Elias Canetti appunta i ricordi, gli episodi della propria vita
cruciali per la formazione della sua personalità poliedrica e della sua
successiva concezione del mondo. Sullo sfondo delle grandi tragedie
dell’umanità che si consumano negli anni narrati in questo primo volume – le guerre balcaniche, la prima
guerra mondiale, la dissoluzione dell’Impero asburgico, la Rivoluzione russa –
Canetti racconta l’esperienza profondamente intima della propria crescita
all’interno di una famiglia ebraica di vocazione commerciale, ma fortemente
attenta a coltivare e a diffondere tra i suoi membri interessi culturali nel
campo scientifico, letterario, musicale, artistico. Soffermandosi sui momenti
più drammatici e intensi della propria esistenza – i primi divieti e tabù, il
decesso del padre e le crisi depressive della madre, i successivi contrasti
familiari, il confronto con i compagni di scuola e gli insegnanti nel
contesto storico-politico delle società in cui di volta in volta si trovava a
vivere - Canetti ci fa riflettere su come il progresso, il miglioramento e
l’affermazione dei singoli e la conquista della loro libertà individuale non
conosce altre vie se non quelle dei perpetui sacrifici e delle dolorose, seppur
necessarie, lotte personali.
Centrale
comunque resta nella formazione di Canetti, come già accennato, il rapporto con
la madre sui cui si è incentrata in gran parte la discussione del gruppo di
lettura condotta da Audrey Fahrtmann e Iris Faigle. Con la morte improvvisa del
padre, la madre diventa il principale punto di riferimento dei figli, in
particolare del primogenito Elias che assorbe tutte le sue attenzioni ed
energie intellettuali. Il lutto della madre si risolve con il trasferimento al
figlio della conoscenza della lingua tedesca, la lingua degli affetti e
dell’intimità coniugale nella quale sin dal periodo degli studi viennesi lei amava
conversare con il marito. Ma anche questo atto di autopreservazione culturale ed emotiva non è privo di traumi per il piccolo Elias costretto in poco tempo ad
apprendere una lingua del tutto incomprensibile. L’accesso al tedesco, a una
lingua di cultura, fino a quel momento riservata esclusivamente ai genitori,
assicurerà a Elias un posto privilegiato nelle conversazioni con la madre, la
partecipazione alla sua vita interiore. È in questa lingua, dolorosamente
appresa, che Canetti scriverà il suo primo dramma, farà amicizie letterarie, discuterà
sulle questioni del mondo, leggerà i grandi classici della letteratura tedesca,
manterrà viva la propria voce.
La
rilettura de La lingua salvata, un romanzo per eccellenza europeo, è stata resa
ancora più incisiva e stimolante dall'interpretazione giocosa e creativa di alcuni brani da parte dell'attore Simone
Tangolo del Ratto d’Europa.
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