venerdì 19 aprile 2013
Sotto lo stesso tetto - 13 aprile - Cassandra, Christa Wolf
Con la lettura di Cassandra di Christa Wolf siamo giunti al termine del ciclo di incontri
Sotto lo stesso tetto dedicato al tema della
famiglia nella letteratura contemporanea tedesca. Nel corso di questo viaggio
intrapreso lo scorso ottobre in compagnia degli attori de Il ratto
d’Europa e di un folto gruppo di appassionati di letteratura, ci siamo
addentrati in diversi luoghi ed epoche storiche per esplorare i
lati più oscuri dei rapporti familiari non potendo evitare di raccontare anche
qualcosa di noi stessi. Ci siamo lasciati con un’opera moderna che alle
famiglie letterarie finora discusse ne ha aggiunto un’altra, la più antica di
tutte, la stirpe di Cassandra, discendente prediletta di Priamo, Re di Troia, e
di sua moglie Ecuba. Poiché la lettura di un testo continua anche dopo la
riunione del gruppo, torno a pormi la domanda che ci siamo fatti sin dall’inizio:
perché la Wolf fa rivivere la figura mitologica di Cassandra? Considerando il
contesto storico-politico in cui nasce l’opera, ovvero quello della Repubblica
democratica tedesca (DDR) all'inizio degli anni '80, è difficile non pensare che Cassandra, imprigionata
dai Greci, conquistatori di Troia, sia un pretesto per parlare
della propria realtà politica la cui dissoluzione in quegli anni si avverte come imminente. Ripercorrendo
a ritroso la storia dell’illustre eroina troiana, la Wolf sembra evocare per
mezzo del mito la sua stessa esperienza di donna e intellettuale impegnata politicamente
nella DDR, dal cui regime prende progressivamente le distanze, seppur senza
distaccarsi definitivamente, in quanto quello Stato, nonostante le sue profonde
debolezze, è l’unico a cui si sente di appartenere. Se oggi una parte di noi lettori, come è emerso durante la discussione,
ritiene questo testo in qualche modo datato perché tratta alcuni temi
storicamente superati, d’altra parte resta il fatto che la stessa dimensione
mitologica dell’opera restituisce al suo contenuto quell’universalità
interpretativa che ci permette di osservare in maniera atemporale i meccanismi
del potere, i suoi strumenti e gli effetti sulla natura umana. Il limite della
discussione è stato forse nella tendenza della conduttrice di cercare le chiavi
interpretative dell’opera nella critica esistente, piuttosto che lasciarsi
trasportare dall’energia del testo. Nonostante ciò la discussione,
accompagnata dalla suggestiva voce dell’attrice Donatella Allegro che ha letto alcuni
brani dell’opera, è riuscita avvincente grazie alla vitalità del gruppo di
lettura che, come sempre, ha sfidato con
gusto e curiosità il libro proposto.
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