Nato dalla penna di Arthur Conan Doyle nel 1887, con la pubblicazione del romanzo Uno studio in rosso, rappresenterà, per le generazioni a seguire, il prototipo dell'investigatore accompagnato dal fedele amico ed aiutante Watson. Proprio lui è tornato ad essere protagonista del grande schermo con l'ultima di una lunga serie di trasposizioni cinematografiche delle sue avventure, Sherlock Holmes, diretto da Guy Ritchie ed uscito nelle sale italiane a fine 2009.
Se avete letto qualcuna delle avventure di Sherlock Holmes, il personaggio che vedrete sul grande schermo di certo vi stupirà. Questa la descrizione 'dai ricordi del dottor John H. Watson' in Uno studio in rosso: “Aveva abitudini tranquille e regolari. Di rado restava alzato oltre le dieci di sera, ed invariabilmente aveva già fatto colazione ed era uscito quando io mi alzavo, la mattina. Qualche volta passava la giornata al laboratorio chimico; altre volte, se ne stava dalla mattina alla sera in sala anatomica, e, ogni tanto, faceva lunghissime passeggiate, specialmente nei quartieri più miserabili della città”.
L'investigatore calmo e posato, elegante e colto descritto da Doyle viene reinventato da Ritchie e diventa un eroe d'azione pronto al combattimento in strada, “il più incurabile pigrone che abbia mai calzato scarpe” lo vedremo, impavido, addirittura lanciarsi nel Tamigi.
Particolare attenzione viene prestata alla resa cinematografica dei suoi procedimenti induttivi – azioni rallentate e ripartenze illustrano come la sua mente elabori strategie per uscire da situazioni scomode o come prepari l'attacco agli avversari per uscirne vincitore – ma non mancano celebrazioni del suo mitico ragionamento deduttivo. La scienza della deduzione, basata sul principio che “la vita è una grande catena la cui natura si rivela a chiunque ne osservi anche un solo anello”, permetterà di risolvere con successo i casi più intricati, ma rivelerà anche la sua fallibilità proprio nell'incontro, su pellicola, con la fidanzata di Watson.
Malgrado i molteplici tentativi di Doyle di 'uccidere' il suo personaggio, Sherlock Holmes continua a vivere quindi non solo tra le pagine dei libri, ma anche nelle numerose versioni cinematografiche.
Quale sarà il vero Sherlock Holmes? Sarà il tranquillo fumatore di pipa o il geniale lottatore di strada? Forse rileggendo ora qualcuno dei racconti vi capiterà di prestare maggiore attenzione a piccoli incisi descrittivi di questo tipo: “ Se invece di rimanersene lì buono e tranquillo fosse venuto avanti colpendomi con il suo gancio al mento, l'avrei riconosciuta immediatamente”, si dice di lui in Il segno dei quattro.
Quanti accenni di questo tipo ci saranno sfuggiti nella lettura e potrebbero, invece, confortare questa rivisitazione dello stereotipo di Sherlock Holmes?
Se vi convince e vi piace questa versione di eroe moderno nella interpretazione di Robert Downey Jr, accompagnato da Jude Law nei panni di Watson, non avrete che da attendere la prossima uscita di Sherlock Holmes 2, prevista per dicembre 2011, magari rileggendo qualcuna delle sue avventure su carta!
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