mercoledì 2 novembre 2011

Uomo e donna li creò - verso "Sii bella e stai zitta" di Michela Marzano


Michela Marzano, Sii bella e stai zitta. Perché l'Italia di oggi offende le donne, Mondadori 2010.
Il primo libro del Gdl, dedicato quest’anno a "Maschile e Femminile" (titolo: "Uomo e donna li creò") è Sii bella e stai zitta. Perché l’Italia di oggi offende le donne, di Michela Marzano, filosofa italiana trasferita in Francia, paese dove ancora si muovono energie del pensiero e dove sulla carta di identità si può scrivere “professione filosofa”.
Nata e cresciuta in Italia, laureata alla Normale di Pisa, dove ha conseguito il titolo di dottore di ricerca, la Marzano diventa giovanissima professore ordinario alla Università Descartes di Parigi, nell’era della fuga degli italici cervelli.
“Le Nouvel Observateur” la cita come uno tra i più brillanti pensatori della nuova scena culturale francese, e le riviste italiane non esitano a titolare “un’italiana scelta tra i migliori di Francia”, rivendicando una inopportuna paternità/maternità, che solo mamma e papà biologici possono vantare con orgoglio, perché se Michela Marzano fosse rimasta nel suo paese sarebbe probabilmente stata spenta, come altre brillanti lampadine luminose e illuminanti, dalla recessione/stagnazione del pensiero che ha colpito i talenti.
Peggiore ancora della recessione economica perché, se le macchine e le fabbriche prima o poi si rimetteranno in funzione, i cervelli saranno definitivamente smarriti e quelli che ancora resisteranno certamente umiliati, o troppo stanchi o tacitati.
Sii bella e stai zitta, sottotitolo Perché l’Italia di oggi offende le donne, piace perché cita Freud e Jovanotti, Lacan e Pretty woman.
Come dire, un libro colto alla portata, un testo “nazionalpopolare” di una mente sopraffina, dove il linguaggio filosofico diventa linguaggio divulgativo senza perdere la forza del pensiero e il rigore logico/argomentativo.
Per ragionare sul perché l’Italia di oggi offende le donne, secondo la più consolidata pratica filosofica, Marzano comincia da un’altra domanda, che prima di lei altri pensatori si erano posti: cos’è una donna e che differenza esiste tra un uomo e una donna? E una seconda domanda, tristemente attuale, più impietosa e più difficile quasi della prima: che cos’è l’Italia di oggi?
E le risposte la Marzano le cerca nella Storia, nella cultura del nostro paese, ma soprattutto le cerca nel corpo delle donne. Dentro la verità del corpo, di un corpo troppo esposto, caricaturizzato, umiliato, martoriato e violato.
Un corpo che - ascoltato - suggerisce e guida, un corpo che – inascoltato - si allontana e ti aliena, ti ammala, continuando a custodire un desiderio a tua insaputa, frastornato dal desiderio indotto e imposto.
Sarà dunque quella la verità che ci rende diverse? Ma dove sta, dov’è nascosta?
Il rigurgito sonoro e volgare di cultura machista che ha attraversato l’Italia negli ultimi vent’anni vuole confondere e distrarre, e come dice Marzano, creare “l’impossibilità di accedere al desiderio”.
Come dire: attenzione bambine vestite di tulle, principessine alla corte del principe ranocchio, ragazze griffate, olgettine, veline, letterine, meteorine, state facendo un gioco non vostro.
Ma questa nebbia dorata, polvere di stelle soffiata sugli occhi, comincia a far lacrimare di brutto, irrita, danneggia ben più delle otto ore che sembran poche, enormemente di più della schiena piegata sui libri, più delle attese sfibranti del concorso per entrare di ruolo, e produce (piano, un po’ troppo piano) un crescendo di indignazione, di rabbia, di pathos civile, che è quello che i genitori dovrebbero insegnare ai figli e alle figlie e gli insegnanti dovrebbero trasmettere ai ragazzi e alle ragazze nelle scuole. Avete presente la Tata Lucia? quella di Sos Tata? Inchiodatevi da sole le regole scritte in cameretta. Regola prima: Trovare una voce. Il corpo ve la suggerirà. E non smettere di urlare.


Elena Bellei

1 commento:

  1. Interessantissima prima seduta di gruppo. Mi auguro, come dicevo oggi, che adesso che molti urlano la loro indignazione si trasformi questa rabbia in una concreta azione ragionata e che con l'aiuto di tutti si trovino strade alternative per reagire al sistema che ci vuole divisi e ignoranti, dato che le strade già percorse hanno portato solo risultati illusori ma non ci hanno fatto vincere la guerra. L'articolo 3 della Costituzione è infranto quando si parla di donne e questo ci fa capire quanto vengano calcolate le leggi in Italia, anche da chi le crea e le dovrebbe far rispettare. E' tempo di agire compatti.

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