lunedì 12 dicembre 2011
Uomo e donna li creò - 3 dicembre - Leielui
La rincorsa affannosa di Lei e
Lui, continuamente interrotta e rilanciata dallo squillo del cellulare, è
descritta da De Carlo con un taglio cinematografico e un'ampia profusione di
dettagli. Da cosa è giustificata questa scelta stilistica? Se da un lato è
indubbio che, nella quotidianità, quasi tutte le storie d'amore sono lunghe,
lente e noiose, dall'altro la letteratura mostra numerosi esempi di vicende
banali narrate in modo appassionante e scorrevole.
De Carlo racconta una storia
doppia, alternando le prospettive di Lei e di Lui, personaggi tutt'altro che
epici che occupano uno spazio di stereotipi e luoghi comuni. Per quanto
fastidiosi, questi stereotipi sono attinti dalla realtà in cui vive il lettore,
e forse è proprio questo a renderli irritanti: dato che li conosciamo già fin
troppo bene, per quale ragione dovremmo leggere un testo che ce li riepiloga
uno ad uno?
Ci si può allora domandare se
questo approccio possa essere in qualche modo illuminante nell'analisi del
rapporto uomo-donna. La questione in gioco diventa perciò la seguente: che cosa
vuole realmente raccontare Leielui? Si tratta di un libro effettivamente
banale, o piuttosto ricco di spunti interessanti, ma diluiti e inariditi dalla
lunghezza eccessiva della narrazione? Ad esempio, i sogni iniziali dei
protagonisti (il volo di Lei, il libro imputridito di Lui) si eclissano per
molte, forse troppe pagine. D'altra parte, in una realtà così particolareggiata
e stereotipata c'è pochissimo spazio per i sogni; anche il lettore dovrebbe
mettere da parte i propri.
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