sabato 26 marzo 2011

Leggere con Ugo Cornia - verso "Da un castello all'altro" di Louis-Ferdinand Céline


All’inizio mentre leggevo questo Da un castello all’altro, che non avevo mai letto prima, mentre avevo letto tante altre cose di Celine che avevo sempre trovato grandiose, memorabili e al tempo stesso impossibili da ricordare, per cui se hai la fortuna di esserti segnato le pagine ritorni sempre a rileggerle, dieci volte, venti volte, e così via, leggendo mi dicevo: mah, sto libro, è sempre Celine con la sua scrittura, però mi sembrava un po’ un casino in cui facevo fatica ad orientarmi, e un po’ una lunga lamentazione e recriminazione. Allora aspettavo che succedesse qualcosa, e poi invece, per esempio quando lui va a curare la vecchia signora Nicois e inizia quella storia dell’acqua e dei barconi, e troviamo uno che si definisce così “oltre che guardone sono fanatico dei movimenti di porti, di tutti i traffici dell’acqua… di tutto ciò che viene voga accosta… ero ai moli con mio padre… otto giorni di vacanze al Treport… cos’è che si è potuto vedere… entrate uscite dei piccoli pescatori…”, e già qui inizia ad aprirsi un mondo, quando il mondo naturale e normale diventa una specie di grande cinema, e tu sei inchiodato alla tua seggiola a contemplare la bellezza delle cose. Poi poco più in là arriverà Caronte e la sua nave di trapassati, e così via. Ma quando arrivano subito dopo i corridoi Hohenzollern, maniaci di corridoi sottopassaggi gallerie, lì mi dicevo: come al solito anche questo libro è un grande capolavoro, Lilì e il gatto Bebert per esempio: “Da una svolta all’altra mi perdevo… ve lo dico, confesso… Lilì o Bebert mi ritrovavano… le donne hanno l’istinto dei dedali, torti e traversi ci si ritrovano… il senso animale… è l’ordine che le sconcerta… l’assurdo gli va… il bislacco è loro normale… la Moda… per i gatti: solai, mesci-mesci, vecchi granai… le dimore da Racconti fantastici, li attirano irresistibili”... “la perversità degli atomi… le bestie uguale… prendete Bebert… mi faceva cucù dagli abbaini… brrt, brrt… la baia… lo vedevo più… se ne fotteva di me… i gatti, bambini, signore, sono un mondo a sé Lili andava dove voleva in tutto l’Hohenzollern Castello… da un dedalo di corridoi all’altro”. E anche la cagna Bessy.

Lì ho capito che erano le solite righe scritte con un genio infinito.


Ugo Cornia, conduttore del gruppo di lettura

2 commenti:

  1. Céline è uno stilista inarrivabile. Tutta la Trilogia del Nord merita d'essere letta senza esclusione. Einaudi ha anche apparecchiato una nuova edizione integrale. Speriamo solo che quest'anno che cade il cinquantennale dalla morte escano anche le due Feerie da trent'anni fuori commercio.
    Un saluto,
    daniz

    RispondiElimina
  2. Tutta la Trilogia del Nord andrebbe letta e riletta. Da un castello all'altro non è che il primo tassello.

    RispondiElimina