martedì 29 marzo 2011

Un libro, un film - 24 marzo 2011 - Le notti bianche

Le notti bianche di San Pietroburgo sono lo sfondo su cui si staglia l’infinita gamma di stati d’animo che caratterizza i personaggi di Dostoevskij. Il protagonista è un uomo profondamente solo, che si relaziona con la folla e con gli edifici senza costruire alcun tipo di relazione individuale. L’unica via d’uscita da questa solitudine è rappresentata dalla sua fantasia: è qui che gli sconosciuti divengono amici, le case acquisiscono un’identità e la città accoglie il sognatore come un suo legittimo membro.

L’abituale routine dei sogni cittadini è interrotta dall’esplosione della primavera, cui il protagonista assiste durante una passeggiata in campagna. Al contrario della città, la campagna esibisce una realtà “naturale”, in cui la fantasia non è più necessaria. La campagna sta alla città come la folla impersonale sta alla giovane Nasten’ka, che non a caso viene incontrata dal protagonista di ritorno dalla sua escursione fuori porta.

Anche Nasten’ka, come il protagonista, è una sognatrice. Tra i due ci sono però alcune essenziali differenze: la realtà da cui Nasten’ka vuole fuggire è molto concreta, e prende le sembianze di un’opprimente nonna che la tiene legata a sé con una spilla. Anche il sogno d’amore della ragazza è concreto, per quanto evanescente. Al contrario, i sogni del protagonista danno sempre forma a storie totalmente fittizie, senza alcun vincolo con la realtà fisica. L’incontro con Nasten’ka provoca un cambiamento in questi sogni. Essi diventano ora realizzabili, quantomeno in linea di principio: ciò che il protagonista desidera è l’amore di una persona in carne ed ossa, con cui può dialogare e fantasticare progetti.

Il sogno del protagonista si sfascia nel momento in cui quello di Nasten’ka si realizza, lasciando dietro di sé un «attimo di vera beatitudine». Non è chiaro se questa felicità momentanea fosse dovuta all’amore verso Nasten’ka o direttamente verso il proprio sogno; quanto è chiaro è che il vuoto lasciato dal fallimento di un sogno non potrà essere colmato da una realtà inospitale, ma soltanto da un nuovo sogno.

Un’intervista “impossibile” di Oreste del Buono a Fëdor Dostoevskij può essere ascoltata ai seguenti link:
http://www.youtube.com/watch?v=rAbhQbfo1ZM
http://www.youtube.com/watch?v=5dRSdCO7Usw

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