
Elena Bellei, conduttrice del Gruppo di Lettura della Biblioteca Delfini
È un gruppo di individui adulti, disponibili a condividere il racconto della personale esperienza di lettura di un testo, per lo più di narrativa, scelto preliminarmente, di comune accordo. In realtà il GdL legge e rilegge: prima legge il testo, poi ne ascolta altre possibili letture, intanto lo ripercorre e in qualche modo lo rilegge. Far parte di un GdL significa far tesoro della lettura individuale per riportare ad altri emozioni e pensieri che essa ha riportato a noi; è fare tesoro anche delle letture altre, scoprendo:
-libri che avrei sempre desiderato leggere, ma non sapevo esistessero
-il rispetto reciproco
-l'ascolto
-l'orgoglio di essere un lettore
-che leggendo sento, penso, conosco me stesso attraverso la lettura
-che tengo traccia delle mie letture
-che una lettura diversa dalla mia è possibile
Leggere solo libri, mai fotocopie
Mantenere una regolare scadenza degli appuntamenti, in genere mensili
Rispettare gli altri: non interrompere, non sovrapporre le voci, evitare colloqui a “due”, lasciare spazio anche ai meno esuberanti; chi non è mai intervenuto ha la precedenza su chi interviene per la seconda o la terza volta
Non ripetere ciò che altri hanno già detto, ma cercare di contribuire con qualcosa di nuovo e personale
Ricordare che non esistono torto o ragione, solo differenze di opinioni
Ciò che accomuna i membri del gruppo è la lettura di quel particolare testo; è bene perciò attenersi il più possibile ad esso. Anche i contributi critici utili per approfondire possono essere una ricchezza, purché non si dimentichi che ciò che mette tutti sullo stesso piano, al di là delle differenze umane e culturali, è aver attraversato la lettura di quel libro
Fahrenheit 451 come altri romanzi di fantascienza immagina una sua futura società distopica (cioè il sogno per alcuni, pochi folli e un incubo per tutti gli altri esseri umani). Una società dove il potere alleato a tecnologia, televisione, sofisticatissimi sistemi di controllo (come segugi cybernetici) finge di interessarsi alla pianificazione della felicità dei suoi cittadini, ma che nella realtà è determinato a eliminare qualsiasi barlume di intelligenza, pensiero critico, altenativo, e gioco forza sovversivo. Da qui la principale prerogativa del governo: organizzare spedizioni incendiarie per far scomparire libri e biblioteche. Il soggetto non è nuovo, ma Bradbury ce ne parla attraverso occhi visionari, ai confini di registri espressivi insoliti, quelli di poesia e fantascienza. Un accostamento questo che, secondo me, dà modo, proprio nel contrasto, di far emergere la specifica differenza del linguaggio della poesia. Da qui la sensazione che ques'opera (giustamente considerata un classico della letteratura) contenga un messaggio "inquietante", ma paradossalmente anche qualcosa in un certo senso di "rassicurante". Di inquietante c'è che la lotta di Montag per l'autentico in una realtà-giocattolo high tech, -che si muove a ritmi velocissimi ma verso l'involuzione-degrado dei rapporti umani-, ci risulta tremendamente attuale. Mentre quel qualcosa che va in un'altra direzione rispetto a questo mi sembra vada ricercato proprio nella poesia paladina di questa lotta per l'autentico condotta da Montag (un ex-pompiere incendiatore di libri, quindi tutt'altro che letterato, ma inconsciamente fedele al suo "daimon", in segreto contatto con la natura poetica-lunare del suo stesso nome). Nel procedere degli eventi, Montag in fuga dalla città, inseguito dai segugi meccanici e dai mille occhi del "grande fratello" che riprende lo spettacolo del momento, si ritrova lungo il fiume e si lascia trascinare dalla corrente. Un fiume per l'oblio e per la reminescenza? mi sono chiesta. Questa lotta per l'autentico non è una novità dei nostri tempi, forse è sempre esistita. L'ultima parte di Fahrenheit 451 si intitola "La fiamma risplendente", a cosa si allude? C'è forse un altro fuoco oltre a quello distruttore. "Alta e lontano brilli alle loro spalle la luce d'un fuoco e tra il fuoco e i prigionieri corra rialzata una strada", ma questo non è Fahrenheit 451 è il mito della caverna di Platone. Montag seguendo i vecchi binari di una ferrovia raggiungerà un misterioso falò attorno cui è radunata la comunità degli uomini-libro, che si re-inizializzano alla trasmissione orale dei testi, come gli aedi, i cantori dei tempi antichi. Per quanto come i prigionieri della caverna avremo da lottare con i simulacri, i "sette veli d'irrealtà" forse ci sarà sempre aperta quella strada per arrivare alla vera realtà.
RispondiEliminabella recensione. Complimenti
RispondiEliminaSiamo un gruppo di studenti e studentesse del Liceo Don Lorenzo Milani di Napoli, indirizzo Sociale, abbiamo collaborato insieme al nostro insegnate di Scienze Umane alla stesura del libro: "il banco sopra la cattedra", edizioni Altravista.
RispondiEliminaVorremmo confrontarci con altri studenti per sapere cosa ne pensano, scambiare opinioni che ci aiutino a conoscerci e riflettere. Vorremmo allestire una redazione e un gruppo di lettura specifico. Vi salutiamo a nome di tutta la clsse II C Miryam Citarella, Chiara Morabito, Antonio Murino