venerdì 3 dicembre 2010

Leggere con Ugo Cornia - 1 dicembre 2010 - Centuria

I “cento piccoli romanzi fiume” di Manganelli si snodano attraverso le pagine, ponendo al lettore un interrogativo: vi è un criterio d'insieme che lega tra loro tutte le Centurie? O invece la ricerca di un criterio di questo tipo sarebbe una forzatura, un travisamento degli intenti letterari dell'autore?

I racconti che compongono Centuria invitano a una lettura a piccole dosi, non necessariamente nell'ordine di stampa; da questo punto di vista, ognuno di essi costituisce un'unità autonoma e indipendente. D'altra parte, vi sono alcuni concetti-chiave che ricorrono in tutto il libro. Questi concetti sono i temi fondamentali della tradizione filosofica: il rapporto tra amore e odio, il tempo e la morte, Dio e l'universo, la realtà e il sogno, la verità, la ricerca di sé. Il libro è quindi da considerarsi una raccolta di racconti filosofici?

Il modo in cui Manganelli affronta queste tematiche è però tutt'altro che convenzionale: esse vengono continuamente "scaravoltate"dalla comicità e dall'ironia dell'autore. I racconti di Centuria hanno quindi allo stesso tempo un aspetto filosofico e uno comico. La connessione tra i due aspetti non può che risiedere nell'immaginazione creativa dell'autore (e del lettore). Questa immaginazione si esprime nel linguaggio: nella ricercatezza del lessico, nell'articolazione del periodo, nella perfezione formale complessiva di ogni racconto.

La perfezione linguistica di Manganelli potrebbe essere indagata nei suoi risvolti più remoti: se e in che modo si connette con la personalità dell'autore, con la sua visione del mondo, con il suo contesto sociale e culturale. Ma è realmente necessario ricercare a queste profondità il significato ultimo della letteratura? In fondo, ogni libro è un'opera d'arte e in quanto tale ha un proprio valore intrinseco, a prescindere da una specifica interpretazione; in particolare, Centuria è “soltanto” una raccolta di racconti e il modo migliore di goderne è semplicemente leggerli. Un libro da leggere: una frase banale solo in apparenza.

5 commenti:

  1. Confesso, non l'ho finito nei 30 giorni canonici tra un incontro e l'altro. Questo non è certo un libro che si possa leggere di seguito, un “piccolo romanzo fiume” dopo l'altro. Io ne leggo (ne "reggo") uno al giorno, alternato ad altre letture più distese, più fluide, insomma romanzi “normali”. Perciò sarò forse in grado di esprimere un parere compiuto solo al centesimo giorno, diciamo tra un paio di mesi. Già adesso però posso dire che, di alcune “storie”, ho potuto apprezzare solo un gioco “di testa”, una costruzione perfetta ma tutto sommato fredda; altre – viceversa – mi hanno veramente “toccato”, e questo accade quando – in qualche modo - una storia parla di te, o tocca delle tue corde. Tra queste ultime, sicuramente, la storia che intitolerei l'assenza. Un effetto del genere, e forse non a caso, mi fanno i racconti di Calvino: alcuni mi sembrano solo abili giochi linguistici o piroette concettuali, altri mi sembrano capolavori, nel loro perfetto equilibrio tra il pretesto da cui sono nati e la nuda, umana verità della storia che su quel pretesto è cresciuta.

    RispondiElimina
  2. Anch'io non ho completato la lettura di tutte le Centurie in tempo per l'incontro, ma è poi questo il vantaggio di una raccolta di 'romanzi fiume'(mi sono detta): non è necessario arrivare alla fine per scoprire la conclusione, nè per farsi un'idea dello stile dell'autore e delle emozioni che riesce a comunicare.
    Devo però ammettere che l'incontro, e soprattutto la lettura a voce alta, sono state la piacevole occasione per una 'riscoperta' di quanto avevo letto in solitudine. Molte Centurie, lette da Ugo Cornia, si sono così mostrate in tutta la loro ironia e perfezione narrativa.

    RispondiElimina
  3. io non lho letto, ma posso chiedervi se tra questi piccoli romanzi ve ne sta uno che parla di un uomo che instaura una lotta tremenda con la sua stessa mano? Credo che di questo abbia fatto un reading l'ex cantante dei quintorigo, mi sapete dare qualche informazione a riguardo?
    garzie

    RispondiElimina
  4. Ho recuperato due cose:

    1) Una canzone dei Quintorigo ("Raptus") il cui testo è tratto dalla centuria n° 51. Il link per ascoltarla su Youtube è:

    http://www.youtube.com/watch?v=HT7dDe8eenk

    Però non mi pare il racconto dell'uomo che lotta con la sua mano.

    2) Una presentazione di quello che potrebbe essere stato il reading in questione:

    http://www.amadeusonline.net/news.php?ID=1128920400

    RispondiElimina
  5. Istituzione Biblioteca Classense - via Baccarini, 3 - 48121 Ravenna
    Cento disegni per Centuria
    Opere dell'artista Paolo della Bella liberamente ispirate a Centuria (1979) di Giorgio Manganelli
    http://www.classense.ra.it/main/index.php?id_pag=365
    Ecco, mentre noi leggevamo qualcuno disegnava.
    Dev'essere questa la ragione del nostro incanto per infiniti romanzi di una pagina -
    «Ho l’impressione che i racconti di Centuria siano un po’ come i romanzi cui sia stata tolta tutta l’aria. Ecco: vuole una mia definizione del romanzo? Quaranta righe più due metri cubi d’aria. Io ho lasciato solo le quaranta righe: oltretutto occupano meno spazio, e lei sa bene che con i libri lo spazio è sempre un problema enorme». Giorgio Manganelli
    - e per un tempo che non è questo tempo.
    Gita scolatica a Ravenna?

    RispondiElimina