lunedì 29 novembre 2010

Un libro, un film - 25 novembre 2010 - Il lungo addio

Il romanzo di Chandler è dominato dalla figura di Philip Marlowe. Da un lato, Marlowe può essere visto come la lente attraverso cui l'autore osserva e descrive la realtà dura e violenta della metropoli; d'altra parte, la personalità complessa di Marlowe è rappresentativa di un approccio a quella realtà apparentemente distaccato, ma in realtà completamente immerso entro di essa.

Le caratteristiche più evidenti della personalità di Marlowe sono la profonda solitudine e una visione cinica e disincantata della realtà sociale: «Tutto dipende dalla posizione in cui ci si trova, dagli interessi personali. Io non ne avevo alcuno. E me ne infischiavo». Questo carattere cinico non deve tuttavia essere banalizzato: Marlowe è dotato di una sensibilità profonda che il contesto sociale gli impedisce spesso di esibire. Questa sensibilità emerge talvolta nei rapporti interpersonali di Marlowe e si manifesta soprattutto nell'amicizia con Terry Lennox.

L'incontro casuale con Lennox interrompe la solitudine di Marlowe. Il rapporto tra i due presenta molti aspetti ambigui: l'amicizia scocca immediatamente, quasi come un colpo di fulmine, e si protrae in modo del tutto disinteressato. Dato il contesto, tutto ciò è sorprendente: Marlowe ammette infatti che «... non c'era ragione per cui dovessi rivederlo. Non era altro che un cane randagio ...». Il rapporto è inoltre “sbilanciato” dal lato di Marlowe, che inizialmente soccorre Lennox in difficoltà senza nemmeno conoscerlo e in seguito mantiene spesso un atteggiamento paternalista nei suoi confronti. La lealtà verso l'amico sopravvive anche al primo tradimento di Lennox, che sfrutta la fiducia di Marlowe per farsi portare a Tijuana senza rivelargli la morte violenta della moglie Sylvia, e al presunto suicidio dello stesso Lennox. Soltanto quando si consuma il secondo tradimento (la scoperta che la morte di Lennox era un'astuta macchinazione), Marlowe decide di interrompere definitivamente il rapporto. L'immagine finale del detective, fermo nella speranza di un ritorno dell'amico, pur conscio dell'assoluta vanità di questa speranza, lascia intendere come questo passo sia tutt'altro che indolore.

Oltre a Marlowe e Lennox, Chandler fornisce una descrizione psicologica raffinata di svariati personaggi che rivestono ruoli “periferici” all'interno del romanzo: tra gli altri, il maggiordomo Candy, l'editore Spencer, il tenente Ohls. Tra essi si staglia la figura di Linda Loring, che può essere vista come l'alter ego femminile di Marlowe: anche Linda ha un carattere cinico e disincantato, ben distante dalla personalità fragile ed eterea di altre donne come Eileen Wade. La comune disillusione verso il matrimonio riassume in modo emblematico la sintonia tra Marlowe e Linda.

Nella descrizione della società fornita da Chandler attraverso gli occhi di Marlowe, i luoghi comuni si miscelano e confondono: gli abitanti di Idle Valley, ricchi benestanti, vivono apparentemente in una valle paradisiaca, ma le loro vite, tormentate dall'alcol, non suggeriscono forse che quella valle sia in realtà una fossa infernale? Tutto ciò potrebbe essere interpretato come una sorta di critica sociale; essa dovrebbe però essere limitata a una descrizione del contesto. Gli incontri di Marlowe formano una ricca galleria di caratteri squilibrati; l'incapacità di gestire il proprio rapporto con l'alcol è soltanto il sintomo più evidente di tale squilibrio. Ciò che Chandler mette in evidenza è come tutti questi personaggi squilibrati trovino un loro equilibrio “naturale” all'interno del contesto sociale; proprio qui potrebbe trovarsi la radice profonda del disincanto di Marlowe.

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