
martedì 26 ottobre 2010
Leggere con Ugo Cornia - verso "La promessa. Un requiem per il romanzo giallo", di Friedrich Dürrenmatt

lunedì 18 ottobre 2010
Un libro, un film - verso "Lo straniero", di Albert Camus
Un omaggio all’autore a 50 anni dalla morte.
Ciò che si dice per ogni artista autentico, ovvero che per esplorarne la biografia e la poetica bisogna partire dalle origini, vale per Albert Camus ancora di più.
Lo ha detto lui stesso tra le righe dei suoi testi nel corso della sua vita breve, l’hanno scritto i critici che si sono occupati di lui negli anni.
Nato in Algeria, figlio di coloni francesi, orfano di padre (morto a causa di una ferita alla testa nella battaglia della Marna), ragazzino curioso dall’infanzia povera (quella miseria che ti fa mangiare patate e ti manda scalzo), innamorato della luce e della notte algerina, incoraggiato dalla potenza e dal mistero del sole, Camus lega indissolibilmente la sua storia personale ai fatti collettivi e sociali.
In una intervista a “Revue de Lettres modernes” lo scrittore dice: “non ho imparato la libertà da Marx… L’ho imparata dalla miseria. Nessuno intorno a me sapeva leggere. Pensate cosa significhi una cosa simile”.
In Saggi Letterari, in Italia edito da Bompiani, leggiamo: “la povertà non è mai stata una disgrazia per me: la luce vi spandeva le sue ricchezze… Persino le mie rivolte ne sono state illuminate”.
In perenne contrasto con gli intellettuali francesi e con il partito comunista, nel quale da prima si riconosce e da cui poi si allontana con forti contrasti, Camus è definito un esistenzialista ateo e privilegia e affronta i temi della solitudine degli umani di fronte al mondo, della finitezza, della precarietà del vivere, dell’assurdo dell’esistere. Ma rispondendo a Jean Paul Sartre, al quale rimproverava di cristallizzare l’esistenza attorno alla tragicità della vita, scrive: “constatare l’assurdità della vita non può essere un fine ma soltanto un inizio”. Gli interessa dunque il senso dell’esistere (col mondo, con la natura) e pubblica pagine di vera e propria esaltazione della vita, negandone però i vincoli sociali.
Potremmo ricercare le tracce del suo pensiero nel libro considerato il suo capolavoro, Lo straniero, che si mostra al primo impatto come una sorta di diario, un resoconto di fatti quotidiani esposti in maniera particolareggiata, per poi variare di forma e di natura via via che procede nella narrazione, che si fa intimista e profonda.
La storia comincia con un telegramma che annuncia al protagonista, Meursault, giovane impiegato di Algeri, la morte della madre ricoverata in un ospizio. Seguiamo il protagonista nel suo viaggio verso l’ultimo saluto alla madre in un caldo soffocante e lo vediamo, assonnato e indifferente, nella notte di veglia. Meursault ci appare come un uomo senza doglie.
Il giorno dopo la morte della madre lo trascorre in compagnia di Marie, allo Stabilimento Bagni del porto e poi a letto, e trascina un’ intera domenica in una sequenza di gesti che si direbbero vuoti di significato (“Quando mi sono svegliato, Maria era già uscita… Mi è venuto in mente che era domenica e questo mi ha dato noia: la domenica non mi piace”), ma che possono al contrario suggerire altre verità. Come un alone di afa stagnante la sua indifferenza pare debba coprire ogni cosa: la proposta di Marie di sposarlo e l’offerta del datore di lavoro di un trasferimento a Parigi. Fino a che l’amico Raymond lo sveglia dal torpore della sua esistenza abitudinaria con una proposta di complicità. Raymond vuole vendicarsi con la sua donna (una giovane araba), scrivendole una lettera per attirarla in una trappola e riempirla di botte. Sarà Meursault a scrivere la lettera per conto dell’amico (nemmeno troppo amico per la verità) e ad accettare di testimoniare in sua difesa, seppur senza nessun coinvolgimento emotivo né etico.
In una domenica passata al mare sotto un sole spietato in compagnia di amici, tra cui Raymond, matura l’assurdo gesto di Meursault. Durante la passeggiata sulla spiaggia, un gruppo di arabi li segue e il fratello della donna offesa mostra un coltello. L’autore scrive “…la luce ha balenato sull’acciaio e fu come una lunga lama scintillante che mi colpisse alla fronte… E’ allora che tutto è vacillato. Dal mare è rimontato un soffio denso e bruciante. Mi è parso che il cielo si aprisse in tutta la sua larghezza per lasciar piovere fuoco. Tutta la mia persona si è tesa e ho contratto la mano sulla rivoltella… E furono come quattro colpi secchi che battevano sulla porta della mia sventura”.
La seconda parte del romanzo è la storia del processo, al quale il protagonista assiste come un estraneo (“Persino da un banco d’imputato è sempre interessante sentir parlare di sé”), e dell’ attesa dell’esecuzione nella cella dei condannati a morte, dopo la rinuncia alla domanda di grazia, senza la consolazione del cappellano, rifiutato per tre volte. Nel momento in cui la società lo priva della libertà e lo mette sotto accusa per il suo delitto e per il suo comportamento il nostro eroe è lo Straniero, oltre il confine tracciato dalla legge e dalla salvezza divina dunque senza speranza.
Chi è dunque Meursault, un volgare assassino, un folle, un ribelle, un martire della verità? Che significato ha il suo gesto? Che significato hanno le sue ultime parole? “Rumori di campagna giungevano fino a me. Odori di notte di terra e di sale rinfrescavano le mie tempie. La pace meravigliosa di quella estate assopita entrava in me come una marea”.
Elena Bellei, conduttrice del GdL 'Un libro un film'
venerdì 8 ottobre 2010
Il salotto del martedì - 5 ottobre 2010 - Malamore

Perché gli uomini uccidono? Perché esercitano un tipo di violenza più sottile, meno visibile, che però uccide l'anima? E, soprattutto, perché le donne non si ribellano?
La risposta di Malamore è, in parte, contenuta simbolicamente nella favola della topolina che, a un certo punto (e lì ci siamo fermati a ricordare quel momento che, nella vita di tutti, segna l'inizio dell'età delle seduzione) si mette un bel fiocco rosa e va alla ricerca del suo compagno. Ma che sposo si va a scegliere la topolina presuntuosa? Proprio quello che la mangerà: un gatto. Convinta, la sciocchina, che lei riuscirà a redimerlo, a farne l'unico gatto che mangia verdure.
Uno dei fili rossi che percorrono questo “collage” di storie, per certi versi un po' disomogeneo (a qualcuno ha ricordato i libri della Schelotto ) è l'idea che esista un “programma segreto”, per cui molte scelgono, e tornano a scegliere, proprio chi le umilierà, le farà sentire inferiori, le mangerà.
È come se in queste persone agisse un'idea grandiosa di sé, una vanità che le porta all'autodistruzione: in fondo, la solita idea del masochismo femminile, su cui si potrebbe anche non essere d'accordo.
Quelle che tutti ci siamo sentiti di sottoscrivere sono le pagine riservate alla “mala educacion”, che tante madri riservano ai figli maschi. Se vogliamo estirpare la mala pianta della prevaricazione maschile dobbiamo tutti, uomini e donne, passare a queste nuove generazioni che ci sembrano così fragili una parola chiave semplice ed universale: responsabilità.
Ci lasciamo ripromettendoci di leggere o rileggere un libro cui fa cenno anche Adriano Sofri, parlando di Novi in un articolo apparso su Repubblica, La sonata a Kreutzer, di Tolstoj (che non ammazzò la moglie, però lo scrisse).
giovedì 30 settembre 2010
Si parte - Ecco i libri

Ecco i libri e le date:
- 5 ottobre 2010, Concita De Gregorio, Malamore, Mondadori 2008
- 9 novembre 2010, Philip Roth, La macchia umana, Einaudi 2001
- 14 dicembre 2010, Raymond Carver, Di che cosa parliamo quando parliamo d'amore, Minimum Fax 2001
- 11 gennaio 2011, Ian Mc Ewan, Chesil Beach, Einaudi 2007
- 15 febbraio 2011, Doris Lessing, Il diario di Jane Somers
- 15 marzo 2011, Josè Saramago, Cecità, Feltrinelli 2010
- 12 aprile 2011, Alicia Jimenes Bartlett, Giorni d'amore e d'inganno, Sellerio 2008
- 10 maggio 2011, Arawind Adiga, La tigre bianca, Einaudi 2008
Seguirà il gruppo "Un libro un film", condotto da Elena Bellei.
Alle 15 dello stesso giorno è prevista anche la proiezione dell'omonimo film di Luchino Visconti.
I successivi sei libri che sono diventati film saranno scelti dagli iscritti al gruppo in una rosa di 25 titoli, e precisamente:
1. L'amante di Marguerite Duras. Feltrinelli, 1985
il film: L'amante, regia di Jean-Jacques Annaud, 1992
2. L'amore ai tempi del colera di Gabriel García Márquez, Oscar Mondadori, 2007
il film: L'amore ai tempi del colera, regia di Mike Newell, 2008
3. Bonjour tristesse di Françoise Sagan, TEA, 1989
il film: Bonjour tristesse, regia di Otto Preminger, 1958
4. L'isola di Arturo di Elsa Morante, Einaudi, 2007
il film: L'isola di Arturo, regia di Damiano Damiani, 1962
5. Il profumo di Patrick Suskind, TEA, 2007
il film: Profumo : storia di un assassino, regia di Tom Tykwer, 2006
6. Amabili resti di Alice Sebold, E/O, 2002
il film: Amabili resti, regia di Peter Jackson, 2009
7. Le relazioni pericolose di P.A.F. Choderlos de Laclos, Feltrinelli, 2007
il film: Le relazioni pericolose, regia di Stephen Frears, 1988
8. L'età dell'innocenza di Edith Wharton, BUR, 2008
il film: L'età dell'innocenza, regia di Martin Scorsese, 1993
9. Quel che resta del giorno di Kazuo Ishiguro, Einaudi, 1994
il film: Quel che resta del giorno, regia di James Ivory, 1993
10. Il mondo deve sapere : romanzo tragicomico di una telefonista precaria di Michela Murgia, isbn, 2006
il film: Tutta la vita davanti, regia di Paolo Virzì, 2008
11. Washington square di Henry James, BUR, 1998
il film: L'ereditiera, regia di William Wyler, 1949
12. Il lungo addio di Raymond Chandler, Feltrinelli, 1989
il film: Il lungo addio, regia di Robert Altman 1973
13. Le notti bianche di Fedor Dostoevskij, Mondadori, 1993
il film: Le notti bianche regia di Luchino Visconti, 1957
14. Tess dei d'Urberville di Thomas Hardy, BUR, 2002
il film: Tess, regia di Roman Polanski, 1979
15. L'amico americano di Patricia Highsmith, Bompiani, 2001
il film: L'amico americano, regia di Wim Wenders, 1977
16. Lolita di Vladimir Nabokov, Adelphi, 1993
il film: Lolita, regia di Stanley Kubrick, 1962
17. Il postino di Neruda di Antonio Skármeta, Garzanti, 1993
il film: Il postino, regia di Michael Radford, in collaborazione con Massimo Troisi, 1994
18. La fiera della vanità di William M. Thackeray , BUR, 2007
il film: Vanity fair, regia di Mira Nair, 2004
19. Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello, Feltrinelli, 1994
Il film: Il fu Mattia Pascal, regia di Marcel L'Herbier, 1925
20. Espiazione di Ian McEwan, Einaudi, 2002.
il film: Espiazione, regia di Joe Wright, 2007
21. La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, Mondadori, 2008
il film: La solitudine dei numeri primi, regia di Saverio Costanzo, 2010
22. Il viaggio di Felicia di William Trevor , Guanda, 1995
il film: Il viaggio di Felicia, regia di Atom Egoyan, 1999
23. Il processo di Franz Kafka, Einaudi, 2005
il film: Il processo, regia di Orson Welles, 1962
24. Lo spazio bianco di Valeria Parrella, Einaudi, 2008
il film: Lo spazio bianco, regia di di Francesca Comencini, 2009
25. Nemico, amico, amante... di Alice Munro, Einaudi, 2003 (racconto: The bear came over the mountain)
il film: Lontano da lei, regia di Sarah Polley, 2006
I sei libri scelti saranno letti nelle seguenti date (sempre giovedì, ore 17.30): 25 novembre e 16 dicembre 2010, 27 gennaio, 24 febbraio, 24 marzo e 28 aprile 2011, sempre preceduti, alle 15, dalla proiezione del film.
Infine il terzo gruppo di lettura, "Leggere con Ugo Cornia".
I primi cinque libri sono già stati decisi dal conduttore; gli altri due saranno decisi in seguito.
Ecco dunque il calendario e i titoli:
3 novembre 2010: Friedrich Dürrenmatt, La promessa. Un requiem per il romanzo giallo, Feltrinelli 2003
1 dicembre 2010: Giorgio Manganelli, Centuria. Cento piccoli romanzi fiume, Adelphi 1995
5 gennaio 2011: Patrick Ourednik, Europeana. Breve storia del XX secolo, :duepunti 2005
2 febbraio 2011: Raffaello Baldini, La fondazione, testo romagnolo a fronte, Einaudi 2008 o, dello stesso autore, Carta canta - Zitti tutti - In fondo a destra, Einaudi (Collezione di teatro), 1998 (la scelta definitiva sarà comunicata con un anticipo sufficiente a procurarsi il libro e leggerlo)
2 marzo 2011: Thomas Bernhard, La cantina. Una via di scampo, Adelphi 1994
30 marzo 2011: libro da decidere...
20 aprile 2011: libro da decidere...
giovedì 23 settembre 2010
Il salotto del martedì - verso "Malamore", di Concita De Gregorio

Concita De Gregorio, Malamore. Esercizi di resistenza al dolore, Mondadori 2008
Un libro sull'amore e sul dolore, questo di Concita De Gregorio, che affronta un tema di grande attualità: la violenza sulle donne e il nodo inestricabile che lega vittima e carnefice.
Quante volte abbiamo letto, quest'estate, di delitti compiuti da "ex": ex mariti, ex fidanzati, ex uomini che riversano sulle compagne il rancoroso senso d'impotenza e le frustrazione per aver perso qualcosa che credevano di possedere per sempre. Commossi ed indignati, abbiamo ascoltato le parole dell'esperto di turno e, in genere, abbiamo tacitato l'inquietudine facendo ricorso alla categoria interpretativa del "raptus" improvviso, inspiegabile, frutto del caso o di una patologia mentale indecifrata.
Questo libro va alla radice del problema e pone alcuni interrogativi cui vengono date risposte interessanti. Come mai donne che hanno studiato, indipendenti, professionalmente realizzate, le figlie del femminismo e della rivoluzione sociale, come mai queste donne sono disposte a sopportare? Che cosa c'è nella testa delle donne, che le porta ad avere confidenza col dolore e a fare della propria vita un capolavoro di pazienza? Perché qualcuna ama così poco se stessa e così tanto un uomo che la fa soffrire? Qual è il prezzo che tutte pagano per avere indipendenza e libertà?
A queste domande Concita de Gregorio risponde raccogliendo le storie di donne famose o comuni, dal celebre soprano alla dodicenne costretta alla prostituzione, dalla compagna di Picasso all'operaia cui i datori di lavoro fanno firmare le dimissioni in bianco, arma consueta contro la pretesa femminile di diventare madre rispettando i propri tempi e non quelli dell'azienda.
Il filo rosso che lega queste storie è individuato dall'autrice nell'introduzione: "C'è una consapevolezza della debolezza maschile, una presunta forza femminile che si esercita nel tollerare le sopraffazione... C'è un eccesso di considerazione di sé: io sarò capace di aspettare, di controllare, di gestire la tua ira perché ne conosco l'origine".
Una presunzione, un'illusione che può costare la vita.
(presentazione a cura di Matilde Morotti; l'incontro del Gruppo di lettura "Il salotto del martedì" dedicato al libro di Concita De Gregorio, e riservato agli iscritti all'Università per la libera età Natalia Ginzburg, si svolgerà martedì 5 ottobre alle ore 16 nella sala corsi della biblioteca Delfini. Info http://www.universitaginzburg-mo.net/)
mercoledì 15 settembre 2010
Un libro un film - Il ghostwriter, di Robert Harris

È questa la domanda che faccio cento volte durante un'intervista. "Che cosa ha provato"? E quasi mai i miei clienti sono in grado di rispondere, per questo si sono rivolti a me, perché tiri fuori le loro memorie: tanto che al termine di ogni felice collaborazione io sono più loro di loro. È un fenomeno che mi piace, devo ammetterlo, mi piace la breve libertà di poter essere qualcun altro. Vi sembra raccapricciante? Aggiungo allora che è indispensabile una certa maestria: io non mi limito a estrarre dai miei clienti la loro vita ma do fisionamia a certe vite spesso invisibili, e a volte fornisco loro una vita che non si erano nemmeno resi conto di avere. Se non è arte questa...
Chi parla è il ghostwriter protagonista del libro di Robert Harris, incaricato di lavorare alle memorie di Adam Lang, ex primo ministro britannico, dopo che il precedente ghostwriter Michael McAra è morto in circostanze misteriose. E ogni capitolo del libro si apre con una citazione tratta da un manuale del ghostwriter: Ghostwriting, di Andrew Crofts.
Una per tutte: "Capita con una certa frequenza, se lo stai aiutando a scrivere le sue memorie o l'autobiografia, che il soggetto si sciolga in lacrime mentre ti racconta la sua storia... In circostanze del genere il tuo compito sarà quello di passargli i fazzolettini di carta, tacere e continuare a registrare".
Dello "scrittore fantasma" non sappiamo nemmeno il nome (almeno io non ricordo di averlo trovato nelle trecento pagine del romanzo); sappiamo però che - dopo tante biografie di personaggi più o meno importanti - stavolta rischia di trovarsi coinvolto in vicende più grandi di lui, che hanno a che fare con il clima post 11 settembre e con domande pesanti sugli strumenti più o meno leciti utilizzati da Lang per la guerra al terrorismo.
Il luogo super blindato dove Adam Lang, la moglie Ruth, la segretaria Amelia e il resto del loro entourage sono ospitati dall'editore Martin Rhinehart, disposto a pagare per quella biografia dieci milioni di dollari a condizione che arrivi in libreria al più presto e che non si risparmino colpi sulla guerra al terrorismo, è l'isola di Martha's Vineyard, in uno scenario invernale non privo di un suo algido fascino.
Grigio e bianco erano i colori dominanti: mare grigio, cielo bianco, grigie le tegole sui tetti, bianche le assi delle pareti, bianche le aste da bandiera spoglie, grigio-celeste e grigio-verde il colore del vecchio pontile sul quale se ne stavano appollaiati gabbiani grigio-bianchi... Perfino il sole... aveva il buon gusto di emettere una pallida luce bianca.
Questi colori si ritrovano anche nel film di Roman Polanski. In una atmosfera che sembra sospesa e fuori dal mondo, il ghostwriter deve, in poche settimane, ricavare dalla monumentale prima versione della biografia, scritta da McAra con grande precisione nella documentazione ma ben pochi spunti creativi appassionanti, un libro in grado di catturare l'attenzione del pubblico.
La tentazione del ghostwriter è buttare tutto e ricominciare da capo, perché il lavoro di McAra gli sembra solo un noiosissimo accumulo di cronache, documenti, rapporti. Nel corso della storia si capirà però che dentro quel libro si nasconde forse il mistero sia della morte di McAra che della controversa biografia di Lang.
Per questa versione cinematografica, sicuramente raffinata, è stato evocato anche il nome di Hitchcock. Peccato per il titolo tradotto, un po' fuorviante: non si tratta tanto di un uomo nell'ombra, ma di uno "scrittore-ombra".
http://www.mymovies.it/film/2010/luomonellombra/trailer/